IMPRESE E TERRITORIO

ALESSIA BRANDIMARTE

Norcia, Umbria, Italia
Parte della campagna Alleva la speranza +
  • 17.200 €

    Obiettivo

  • 14.676 €

    Raccolto

  • 0 giorni

    Rimanenti

  • 52

    Sostenitori

85% 

Mi chiamo Alessia Brandimarte e ho 34 anni, con mio marito abbiamo due figli piccoli di 6 e 2 anni. La nostra azienda familiare è a Norcia, in Umbria.

Grazie ad “Alleva la speranza” potremo acquistare una mungitrice mobile (impianto su carro 8 posti mod. Advance).

La nostra è un’azienda a conduzione familiare, dove lavoriamo io, mio padre, mia madre e mia sorella Simona. Abbiamo un allevamento di ovini con 400 capi e un caseificio per la lavorazione del latte. Abbiamo anche 100 ettari di terra, in cui coltiviamo la famosa lenticchia di Castelluccio di Norcia!



Il terremoto

Il 30 ottobre 2016, in soli 30 secondi, 1.000 metri quadrati di struttura che comprendeva un fienile, un caseificio e una stalla sono caduti giù, crollati definitivamente. Io ero fuori e quando ho telefonato alla mia famiglia per avere notizie, ho fatto fatica a credere che, davvero, tutto fosse crollato. Pensavo che mia madre esagerasse. A confermare il disastro è stato mio marito. Fortunatamente siamo tutti salvi e i miei figli erano con me, il più piccolo aveva solo 4 mesi.

La mia azienda

Prima del sisma, la nostra produzione era pensata per questi luoghi: non facevamo vendita al dettaglio, vendevamo all’ingrosso alle persone del posto. Portavamo la lenticchia di Castelluccio a Roma, ma per il resto vendevamo i formaggi tra Norcia e Cascia e anche gli agnelli al macellaio di qui e di Trisungo. Non ci dovevamo preoccupare di cercare gli acquirenti, aspettavamo che venissero da noi ed erano sempre gli stessi! Producevamo solo le quantità che ci richiedevano.

Dopo il terremoto, la prima soluzione che ci hanno proposto è stata di spostarci da un’altra parte, sul lago Trasimeno. Come capirete, però, se è abbastanza facile spostare una famiglia, è più difficile trasferire un’intera impresa: con scorte di fieno, la semina da fare, gli animali! La difficoltà più grande era legata alla terra. Noi possediamo ettari di terreni qui a Norcia ed è difficile trovarli e impossibile acquistarli da un’altra parte. L’altro ostacolo era il legame emotivo con questo territorio.

L’azienda Brandimarte è nata con il mio bisnonno Giuseppe Brandimarte. La prima iscrizione alla Camera di Commercio è a nome di nonna e risale al ’55, anche se l’azienda nasce prima, quando la Camera di Commercio ancora non esisteva! Con 4 figli maschi, i miei nonni decisero di ampliare l’azienda arrivando a coltivare 100 ettari di terra e 1.000 capi di ovini. Producevano legumi, soprattutto le famose lenticchie di Castelluccio di Norcia e trasformavano il latte in formaggi e ricotta. Nel 1986 morì mio nonno e i tre figli si ritirarono: nell’azienda rimasero mio padre e mia nonna, alla quale sono subentrata io nel 2014. Siamo quindi originari di qui, i nostri nonni, i nostri bisnonni sono di qui: non abbiamo altre radici, altri legami. È questa la nostra terra! Anch’io, in fin dei conti, ho scelto di sposarmi con una persona del territorio.

Dopo il terremoto

Per tutte queste ragioni, abbiamo comprato una stalla a tunnel, una tensostruttura con copertura in telo. Dovevamo essere rimborsati, ma la burocrazia di questo post-terremoto ci ha reso la vita impossibile! Ad oggi le pecore sono ancora nella stalla tunnel, ma purtroppo questa struttura non è eterna e tra l’altro al suo interno gli animali soffrono tantissimo. In estate fa troppo caldo, mentre d’inverno entra la neve.

Dopo il sisma, la ricostruzione di Norcia sembrava sempre più lontana, ma noi non avevamo nessuna intenzione di aspettare. Abbiamo iniziato a piccoli passi la nostra ricostruzione: l’azienda di famiglia, mattone dopo mattone, doveva rinascere. Quindi abbiamo deciso di costruire una nuova struttura, che ospitasse il caseificio, il punto vendita, un laboratorio e il magazzino, tutto concentrato in una sola area. Lo abbiamo realizzato con fondi privati, ma non ce l’avremmo mai fatta senza l’aiuto di 4 imprenditori del Varesino, che sono scesi qui giù per darci una mano.

In seguito al sisma, poi, abbiamo dovuto reinventare il nostro lavoro: da un lato attivare la vendita diretta che, tranne per il decennio ‘80-‘90 quando avevamo un negozio, non avevamo mai fatto, dall’altro abbiamo avviato il circuito delle fiere in giro per l’Italia. Poi ci siamo inventati nuovi prodotti: come le ricotte salate con diversi sapori (alle noci ad esempio), i ceci. Per la prima volta, abbiamo iniziato ad occuparci di insacchettare tutti i legumi, come il farro o la cicerchia, che prima vendevamo subito dopo la trebbiatura. Il nostro carico di lavoro familiare si è moltiplicato. Noi, come Brandimarte, stiamo cercando di diffondere un prodotto autentico, locale. Ecco perchè il rilancio della nostra azienda può aiutare la stessa Norcia: con il nostro lavoro promuoviamo anche il territorio!

Il futuro

In queste zone ci sentiamo ancora in emergenza, perché non è partita la ricostruzione. Ma noi vogliamo passare da una situazione di disperazione al rilancio della nostra attività. Ad oggi, l’azienda è a gestione familiare, ma se crescesse potremmo assumere personale. In quest’ottica, abbiamo avviato un progetto di Agricampeggio, per noi e per Norcia. Ad oggi, infatti, ci sono grosse difficoltà per questo tipo di turismo, visto che non ci sono strutture ricettive. Insomma, “progettare il futuro” è la nostra parola d’ordine.


Aggiornamento Marzo 2023

Nonostante siano trascorsi diversi anni dal terremoto e dall’avvio della campagna di raccolta fondi, il complesso iter di ricostruzione nelle aree colpite dal sisma non si è ancora concluso. La stalla dell’azienda Brandimarte non ha ancora potuto essere ricostruita e per questa ragione non si è potuto realizzare il progetto con l’acquisto della mungitrice mobile. Per utilizzare i fondi raccolti l’azienda Brandimarte ha proposto una progettualità alternativa, comunque in linea con quella originariamente presentata: con i fondi raccolti grazie ad Alleva la speranza si provvederà al completamento dell’area attrezzata dell’agricampeggio, un modo per contribuire alla rinascita di questo territorio.

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